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LA NOSTRA STORIA

La nostra avventura comincia al ‘Mario Mieli’ dove alcuni di noi hanno seguito una serie di incontri su problematiche relative alle persone anziane LGBT. Finita la serie di incontri al ‘Mieli’, in parecchi di noi, hanno cominciato a frequentarsi con una certa assiduità. Alle discussioni sul disagio delle persone anziane LGBT si è aggiunta presto l’esigenza di trovare un modo di  formare una comunità con l’obiettivo di  vivere una vita più serena per ciascuno di noi e  di incidere, a livello politico, facendo pressione sulle istituzioni perché vengano  messe  in atto iniziative attente alle diversità, ai cambiamenti sociali e culturali, alla centralità del corpo, anche nella terza età, e perché si preservi la nostra identità e si rispetti  la nostra indipendenza di pensiero e di azione. Il mondo gay non è formato solo da giovani! Anche i gay invecchiano e, entrando nella terza età, non vogliono rinunciare alla loro identità e si rifiutano di diventare ‘invisibili’.

Sono passati sei mesi circa da quando abbiamo iniziato e da allora siamo cresciuti molto. Abbiamo fatte tante cose e tante altre stiamo cercando di fare. Ognuno di voi ha contribuito con la sua presenza, con proposte, iniziative, contatti a farci crescere. Un ruolo importante ha avuto il nostro rapporto con i media. Nel giugno del 2017 è apparso un primo servizio su di noi e sulla nostra idea di cohousing su Repubblica.it che ha avuto un inaspettato riscontro. Siamo stati contattati da più di cento persone, molte delle quali sono diventate nostri amici e sono oggi qui.
Abbiamo preso contatti con associazioni che si occupano delle stesse problematiche e abbiamo contribuito alla creazione di una rete nazionale che coordina singoli gruppi o associazioni coinvolti in progetti di   riqualificazione della vita delle persone anziane LGBT.

Abbiamo avuto una serie di incontri con le università e stiamo sviluppando una visione della terza età nuova e ricca di stimoli. Di particolare interesse è stato l’incontro all’Università Federico II di Napoli e stiamo lavorando ad un convegno internazionale che dovrebbe essere organizzato per Dicembre di quest’anno.
Intanto l’idea di un cohousing anziani LGBT diventava il punto più importante delle nostre iniziative e lo abbiamo esposto a rappresentanti delle istituzioni dove, fino ad ora, e almeno a parole, abbiamo trovato molta disponibilità. In particolare vogliamo ricordare qui la nostra partecipazione al tavolo Piano Sociale Municipio V e un in nostro incontro in Senato con Monica Cirinnà e Sergio Lo Giudice, i due senatori che si sono battuti pe l’approvazione della legge sulle unioni civili, che abbiamo trovato molto disponibili e coinvolti.

Sull’incontro al Senato con Cirinnà e Lo Giudice c’è stato un altro servizio su Repubblica.it che ci ha fatto conoscere ulteriormente. Siamo stati contattati da altri media che hanno realizzato dei servizi su di noi, sempre con disponibilità e apprezzamenti per le nostre iniziative.

Tra i vari contatti che abbiamo avuto, va segnalato in particolare quello con la Cooperativa ‘Il Gabbiano’ di Alessandria che in seguito abbiamo incontrato, una prima volta a Roma in occasione di un nostro incontro al ‘Mieli’ del 15 settembre del 2017, e successivamente ad Alessandria dove alcuni di noi sono andati per visitare la cooperativa e le sue strutture per anziani. E c’è la disponibilità di Corrado Parise, presidente della cooperativa, a verificare se c’è la possibilità di creare a Roma una struttura che tenga conto delle nostre esigenze e che dovrebbe essere simile a quella di Alessandria, ma anche diversa perché nascerebbe in qualche modo dal basso e sarebbe occupata da persone che scelgono di vivere insieme, anziani LGBT (e non solo). Per questo stiamo visitando immobili a Roma da sottoporre a Corrado Parise in una sua prossima visita a Roma, prevista a breve.
Intanto è emersa l’esigenza di costituirci in associazione e a fine settembre del 2017 è nata ‘AGAPANTO’, associazione registrata il 19 ottobre. All’unanimità è stato nominato presidente Nicola Di Pietro ed è stato eletto il consiglio direttivo formato da Davide Gaspari, Giovanni Caputo, Gaetano De Giosa, Francesco Gnerre. Ora che l’associazione è cresciuta fino a contare 30 membri abbiamo ritenuto opportuno di indire questa Assemblea Generale e rassegnare il nostro mandato per consentire la formazione di un nuovo direttivo, espressione di tutti e per ricevere indicazioni strategiche.

Siamo soddisfatti del lavoro fatto e dei risultati raggiunti.

Non nascondiamo che esistono delle difficoltà. Familiarizzare con persone, ognuna delle quali ha avuto un suo percorso di vita, non è semplice, ma le incomprensioni le stiamo superando anche grazie ad attività che facciamo insieme a piccoli gruppi che manifestano gli stessi interessi. Così c’è un gruppo che va a camminare, un altro che segue un corso di scrittura, altri che vanno insieme a vedere uno spettacolo teatrale o a cinema. E poi spesso si organizzano cene. Tutti momenti che contribuiscono a farci conoscere meglio, ad uscire dalla solitudine, e a volte dalla depressione, e a vincere l’idea che la vita stia per finire. Nasce così l’entusiasmo di impegnarci per rendere migliore la nostra vita e la vita di tante persone LGBT (e non solo).
Ora è il momento di fare il punto della situazione e di ripartire tutti assieme per portare a compimento i nostri progetti.

Il plurale “progetti” è d’obbligo perché abbiamo constatato come esistano aspettative diverse. Questa diversità di aspettative aumenta la complessità del lavoro ma è una ricchezza. L’associazione esiste per aiutare ciascuno a realizzare il cohousing che vuole.
riassumiamo le opzioni che sono state manifestate più volte nel corso dei nostri incontri indicando le iniziative che proponiamo.

1)      Modello Berlino: Una struttura residenziale integrata LGBT aperta al territorio che fa cultura e fornisce animazione e servizi sia ai residenti, LGBT di diverse fasce economiche e anche non autosufficienti, sia a utenti LGBT esterni.
2)      Modello Madrid: “Arcipelago” di cohousing di piccola dimensione, pubblici o privati, sostenuti da un centro servizi.
3)      Residence LGBT con abitazioni in affitto e servizi alberghieri.
4)      Condominio LGBT con abitazioni di proprietà e spazi condominiali ampi e disegnati per vita comune.
Per tutte le proposte abbiamo bisogno di partner esterni, siano questi cooperative, albergatori, agenzie immobiliari o costruttori. Inoltre dobbiamo coinvolgere le istituzioni e le associazioni, in particolare quelle LGBT locali e nazionali.

Per il Modello Berlino stiamo lavorando con la Cooperativa il Gabbiano, di Alessandria, che ha manifestato l’interesse ad investire in un progetto integrato.
Per il Modello Madrid abbiamo stabilito buoni contatti con cooperative romane e con il Municipio V.

Per la proposta residence abbiamo contatti preliminari con operatori LGBT del settore alberghiero / B&B.
Per la proposta di condominio abbiamo avuto un contatto con un importante costruttore romano che può essere ripreso nel caso ci sia sufficiente interesse.

Portare avanti uno o più di questi progetti dipenderà dalla nostra capacità organizzativa, dall’individuazione dei partner giusti, dal coinvolgimento delle associazioni LGBT locali e nazionali, dal nostro coinvolgimento nelle associazioni nazionali di cohousing e soprattutto dalla risposta del pubblico anziano LGBT a queste proposte.

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