Il 12 dicembre 2018 é una data storica per il movimento LGBT italiano: a Torino è stato ufficialmente presentato
TO HOUSING
“il primo progetto di co-housing sociale per accogliere persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) in grave difficoltà” pilotato e coordinato dall'associazione QUORE.
L'evento é stato ospitato nei locali di OFF TOPIC, spazio culturare del Torino Youth Center, in una zona ex operaia, ex periferica, ex marginale di Torino ora in via di riqualificazione anche grazie alla presenza del Campus Luigi Einaudi.
Musica, poesia, partecipazione vibrante, ottimo rinfresco o meglio riscaldo, vista la temperatura
piuttosto rigida, hanno arricchito la presentazione del progetto che per la prima volta in Italia offre accoglienza a 24 ospiti LGBT in 5 appartamenti di proprietà ATC (Agenzia Territoriale per la Casa di Torino).
Era anche prevista una visita agli appartamenti alla quale non ho partecipato per pigrizia: ammetto di non essere perfetto.
Era anche prevista una visita agli appartamenti alla quale non ho partecipato per pigrizia: ammetto di non essere perfetto.
La struttura é destinata a sanare, con una permanenza media di 8 mesi, non solo un'emergenza abitativa ma anche ad attivare percorsi di re-inserimento sociale a favore di giovani tra i 18 e i 26 anni allontanati dalle famiglie perché gay/lesbiche, migranti e rifugiati omosessuali, anziani LGBT in condizioni economiche e sociali precarie, persone transessuali e transgender.
Per una descrizione esaustiva e dettagliata del progetto rimando al sito di Quore, anima e motore dell'iniziativa che ha posto in essere tutte le strategie che hanno permesso la realizzazione del progetto.
Quello che vorrei sottolineare è che il progetto senza fini di lucro ha potuto essere realizzato grazie al lavoro sinergico di una serie di enti e realtà pubbliche e private che hanno creato una rete solida ed efficiente: il 57% del budget impegnato è di enti pubblici, il restante 43% proviene da privati.
Per intenderci: IKEA, Iren, Bentley SOA, Philips, Cooperativa Di Vittorio, La Banca delle Visite e
Medi.ca hanno contribuito in solido, affiancandosi al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Città di Torino, ATC – Agenzia Territoriale per la Casa di Torino.
Un altro aspetto importante è che “TO HOUSING è sviluppato per consentire la replicabilità anche in altri contesti, che potranno ispirarsi alla stessa metodologia di networking e alla strategia di collaborazione...” cito direttamente dalla cartella stampa.
Mi pare che ci siano ragioni sufficienti per stringere un'alleanza profonda tra Agapanto e Quore anche perchè in collaborazione con la Città di Torino è in via di verifica “la fattibilità di una iniziativa di co-housing rivolto alla popolazione LGBT sul territorio torinese”. Vale a dire quello che Agapanto sta facendo a Roma, con la differenza che a Torino stanno lavorando all'intero progetto da circa 10 anni, e l'esperienza, si sa, è un patrimonio inestimabile.
Ciao
Roberto N. Robotti
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